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È “working” ma non è “smart” se non è VDI

Torneremo tutti in ufficio dalle 9 alle 17 quando la pandemia sarà finita o perlomeno sotto controllo?

Sicuramente no. Sorpresi dai vantaggi dello smartworking non vi rinunceremo. Ma per essere al top in performance e sicurezza occorre una Virtual Desktop Interface.

Non per questo resteremo tutti chiusi in casa a lavorare. In certi momenti lavoreremo in azienda (magari con spazi condivisi in hotdesking); in altri a casa o in uno spazio di coworking,  quando non saremo in viaggio o presso il cliente.

Le imprese devono quindi trovare una strategia che accompagni questa evoluzione senza accettare compromessi in termini di sicurezza dei dati o di affidabilità e performance delle macchine. 

Il remote desking funziona, ma…

La prima risposta è consistita nelle funzioni di remote desking, ma queste soluzioni funzionano solo quando il collaboratore utilizza i classici software aziendali (ad esempio Excel, Word e app sviluppate in azienda). Quando l'utente deve utilizzare software di videoconferencing o di condivisione invece (i vari Teams, Meet etc) la soluzione remote desktop non lo supporta più. L'utente 'scende' quindi dal piano di remote desking al piano del sistema operativo sottostante quello nativo del device che sta usando e a quel punto non è più protetto.

La Virtual Desktop Infrastructure

Una Virtual Desktop Infrastructure (VDI) invece ‘controlla’ tutta la macchina o meglio la sostituisce, ‘tenendo buone’ solo monitor, tastiera e mouse. La dotazione hardware e software del PC o del tablet diventa indifferente: potrebbe benissimo trattarsi di una macchina con limitate dotazioni logiche o di memoria che accede alla rete dell'azienda e utilizza dati, applicazioni e potenza di calcolo del server aziendale.

Sicurezza al top, e non solo

Le soluzioni VDI hanno anche tanti vantaggi. Ovviamente la sicurezza che è la più alta possibile. In secondo luogo azzerano i costi di onboarding e di manutenzione della flotta di device aziendali (desktop, notebook, pad). Ogni macchina (e spesso un dipendente ne ha almeno due) deve essere acquistata, testata, provvista del software necessario. Inoltre le nuove release o le nuove applicazioni vanno installate o scaricate una per una da ogni macchina (il che già non era semplice prima quando tutti passavano la giornata in ufficio).

Con l’approccio VDI non occorre installare il software in ogni singola macchina, né  preoccuparsi della sua manutenzione e si può essere sicuri che tutti i PC utilizzano la versione del programma che è stata approvata dall’azienda. In caso di smarrimento o furto i danni sono ridotti al minimo (la macchina non contiene nessun dato).

Una soluzione VDI risulta particolarmente utile nel videoconferencing e in tutte le forme di condivisione e collaborazione, aumentando la produttività e l’efficienza dei collaboratori. 

Ovunque e utilizzando qualsiasi macchina, per ogni tipo di applicazione (compresi heavy task come la progettazione in 3D) la user experience è quella ottenibile in ufficio e con i device di più alta gamma.

Si realizza il sogno del Virtual Workplace

Il terzo vantaggio è in termini di costo dell'hardware. Il naturale succedersi delle versioni e dei requisiti crea i noti fenomeni di obsolescenza artificiale che portano a dover sostituire ogni 3 o 5 anni 'flotte' di computer perfettamente funzionanti. Si prevengono anche i rischi in caso di perdita della macchina o di danni da virus.

Ma soprattutto attraverso le Virtual desktop Infrastructure come VMware si realizza il sacro Graal del virtual workplace. Con questa soluzione il client una volta attivato ricrea interamente lo 'spazio di lavoro' dell'utente, con tutte le sue applicazioni e i suoi dati. E’ sempre pienamente in ufficio, pienamente supportato dal miglior hardware aziendale, protetto al meglio… ma collocato fisicamente dove piò lavorare meglio.

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