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Cloud Native spiegato facile: cos'è e perché le app moderne sono più veloci e resilienti

Il termine Cloud Native si riferisce a un approccio allo sviluppo e all'esecuzione di applicazioni che sfrutta a pieno i vantaggi del Cloud computing, in maniera, appunto, nativa, per garantire velocità, agilità, affidabilità ed efficienza economica.

Secondo una ricerca che abbiamo promosso come Tinext Cloud, con il supporto dei ricercatori della SUPSI, rilasciata a dicembre 2024, la migrazione al Cloud è un tema centrale nella transizione digitale delle imprese, in generale, e in particolare in Ticino. I dati indicano che entro il 2025, la spesa per l'adozione del Cloud aumenterà dal 56,6% al 58,6%, mentre la spesa per soluzioni on-premises diminuirà. Tra le aziende già digitalmente mature, il 68% della spesa sarà destinato proprio al Cloud. La soddisfazione per il processo di migrazione è incoraggiante, anche se ben il 23% delle imprese non ha ancora avviato né pianificato un programma di Cloud migration.

 

Le aziende moderne dovrebbero puntare sempre più a sfruttare applicazioni altamente scalabili, flessibili e resilienti, capaci di aggiornarsi rapidamente per esigenze sia di efficienza che di security.

 

Vediamo nel dettaglio cosa si intende per soluzioni Cloud Native e quali sono i vantaggi di un paradigma basato su scalabilità, containerizzazione e ottimizzazione automatizzata del sistema, anche grazie alla tecnologia Kubernetes. 

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Cosa si intende per Cloud Native app

Un'applicazione Cloud Native è un tipo di applicazione progettata specificamente per sfruttare i vantaggi offerti dal Cloud Computing: invece di essere pensata per operare in infrastrutture tradizionali, come i server fisici on-premises, viene creata per ambienti Cloud distribuiti, scalabili e flessibili.

 

Per comprendere al meglio la potenza di queste soluzioni, basta immaginare l'applicazione come un insieme di componenti più piccoli e indipendenti, chiamati microservizi. Questi microservizi possono essere sviluppati, gestiti e scalati separatamente, rendendo l'applicazione più agile e manutenibile. Ciascuno di essi viene poi “impacchettato” in un container, un'unità software standardizzata che include tutto il necessario per l'esecuzione del codice. Questo garantisce che l'applicazione possa funzionare in modo coerente su diverse piattaforme, in modo interoperabile, e che l'applicazione possa essere facilmente migliorata per gestire variazioni nel carico di lavoro, aggiungendo o rimuovendo risorse in base alla domanda.

 

Un altro aspetto fondamentale è l'automazione. L'intero ciclo di vita dell'applicazione, dallo sviluppo al rilascio, è automatizzato attraverso pratiche come DevOps e CI/CD (Continuous Integration/Continuous Delivery): questo permette di rilasciare aggiornamenti e nuove funzionalità in modo rapido e sicuro.

Essenziali anche i concetti di orchestrazione, ossia gestione automatizzata del ciclo di vita dei container, e scalabilità automatica, la capacità di ottimizzare le risorse in base al carico di lavoro: qui entrano in gioco strumenti tecnologici come Kubernetes. Si tratta di “orchestratori di container”, cioè sistemi che automatizzano il deployment, il bilanciamento del carico, la scalabilità e la gestione dei container in un cluster

I 5 vantaggi dell'adozione di soluzioni Cloud Native

L'adozione di un approccio Cloud Native offre, quindi, numerosi vantaggi alle imprese, che spaziano dagli aspetti più tecnici a quelli legati alla flessibilità e alla sicurezza degli ecosistemi. 

 

Abbiamo individuato 5 principali benefici dell’uso di applicazioni Cloud Native: 

  1. Riduzione dei costi - Le aziende non devono investire nella onerosa manutenzione di hardware fisici. Il Cloud consente la condivisione delle risorse e l'utilizzo on demand, riducendo significativamente i costi operativi;
  2. Scalabilità ed efficienza - Queste applicazioni possono essere scalate in ogni singolo micro-servizio, senza agire sull'insieme come avviene, invece, con un software cosiddetto “monolitico”. Gli sviluppatori possono utilizzare strumenti automatizzati e una moderna cultura di progettazione per creare rapidamente applicazioni scalabili;
  3. Resilienza - Una Cloud native app, se ben progettata, è in grado di continuare a funzionare anche in caso di indisponibilità dell'infrastruttura. Gli aggiornamenti delle funzionalità non causano tempi di inattività e le aziende possono aumentare le risorse durante le stagioni di punta per fornire un'esperienza cliente sempre positiva;
  4. Agilità aziendale e automazione - Queste soluzioni consentono opzioni di distribuzione flessibili in tutta la rete e sono più piccole delle applicazioni tradizionali, il che semplifica lo sviluppo, la distribuzione e l'implementazione continua di modifiche software; 
  5. Portabilità e interoperabilità - Le Cloud Native app sono progettate per essere eseguite quasi ovunque, consentendo di spostarle facilmente da un ambiente all'altro senza apportare modifiche sostanziali. Anche lo strumento Kubernetes, che permette di gestirle in modo efficiente, è definito cloud-agnostic: ciò significa che su tutti i tipi di Cloud, indipendentemente dal provider.

La partnership tra Tinext Cloud e Clastix: Kubernetes made easy

Tinext Cloud ha stretto una partnership con Clastix per offrire un servizio Kubernetes completamente gestito, che semplifica l'adozione del Cloud per i clienti, senza alcun problema di lock-in. Kubernetes, come accennato, è infatti una piattaforma open source che consente di gestire cluster di applicazioni e servizi containerizzati, tanto da essere spesso descritto come il "sistema operativo per il Cloud".

Clastix aiuta CSP (Cloud Service Providers) e MSP (Managed Service Providers) indipendenti a sbloccare la potenza del modern Cloud computing, senza complessità. Grazie a questa partnership, Tinext Cloud è in grado di implementare un servizio Kubernetes gestito e moderno sulla propria infrastruttura. Il risultato? Un'integrazione frictionless, con risorse operative minime e clienti che beneficiano di un framework agile e resiliente.