La capacità dell’e-mail di raggiungere ogni persona, veicolare file e link a siti esterni è fondamentale nel lavoro, ma rappresenta anche un pericolo poiché i messaggi e-mail contraffatti sono la porta d’ingresso per i malware con i quali vengono oggi realizzati gran parte degli attacchi informatici (il 36%, secondo il Rapporto Clusit 2023). I malware, ossia software malevoli che sfruttano specifiche vulnerabilità software sono il veicolo che permette ai cybercriminali di prendere il controllo dei sistemi, sfruttarne l’accesso alla rete per acquisire informazioni e compiere altre violazioni.
Attacchi noti alle cronache e molto temibili come quelli del ransomware (nella forma più semplice, consistono nel sequestro dei dati mediante crittografia e quindi nella richiesta di un riscatto per ottenere il rilascio della chiave) sono il prodotto finale di una catena di violazioni che spesso è partita da un’e-mail. Il rischio di blocco dei sistemi e l’onere del pagamento non sono l’unico problema di chi viene attaccato. Sono infatti da temere le esfiltrazioni di credenziali e di dati che possono finire in vendita sui canali illegali del dark web a vantaggio delle azioni illecite di altri gruppi, per esempio, a danno di clienti e altre aziende della filiera.
Con l’e-mail si realizzano inoltre gli attacchi di phishing (l’utente è portato su un sito finto della banca o altro servizio allo scopo di rubare le credenziali), le sostituzioni d’identità e il social engineering (in totale rappresentano l’11% degli attacchi, secondo Clusit). Il social engineering risulta particolarmente insidioso quando un insieme di fattori concomitanti, di tempo, di rapporti interpersonali e d’altro, ben noti agli attaccanti, vengono sfruttati per accreditare come vera una e-mail che altrimenti avrebbe meritato una verifica.