Insights
06 novembre 2024
Insights
Da cinque anni il Global Connectivity Index cerca di misurare il grado di sviluppo delle soluzioni e delle infrastrutture ICT nelle maggiori nazioni mondiali. Nell'ultimo report, che contiene i dati del 2020, la Confederazione Svizzera ottiene il secondo posto, a pari merito con Singapore, con 81 punti, poco sopra le nazioni scandinave e molto sopra i grandi Paesi vicini come Francia, Germania e Italia.
Il rapporto che è realizzato dalla multinazionale cinese Huawei, noto per i suoi smartphone ma leader nelle infrastrutture per l’Information and Communication Technology, può essere scaricato da questo minisito.
Perché vale la pena di riflettere su questi dati? Perchè in un contesto globale le specificità di ogni nazione, invece di ridursi, divengono sempre più importanti.
Da sempre la Svizzera fa leva sulle 'condizioni quadro' che agli occhi degli investitori internazionali e delle imprese multinazionali facevano premio sull'altissimo costo del lavoro, dei terreni e degli affitti. Ieri queste condizioni si chiamavano stabilità politica, leggi liberiste, fiscalità equa. Oggi a esse si aggiunge la qualità della ICT in generale e della connettività in una logica Cloud in particolare.
La qualità e la concorrenzialità di un 'sistema paese' sotto il profilo ICT, si trasforma in vantaggi (o in svantaggi se queste condizioni non sono soddisfatte) sulla competitività di ogni singola azienda, potremmo dire di ogni singolo knowledge worker.
L’edizione 2020 del Global Connectivity Index report mette in risalto come le nazioni più avanzate in termini di ICT siano riuscite a ridurre in media del 50% l’impatto economico della pandemia nel 2020. Sono stime difficili da fare, non sempre è chiaro quale sia la causa e quale l’effetto, ma tutti noi abbiamo toccato con mano, a livello di azienda o di singola persona così come a livello di sistema paese, come la disponibilità di connessioni, infrastrutture e piattaforme avanzate e perfromanti abbia reso possibile continuare a svolgere il proprio lavoro e la propria vita anche in contesti molto sfidanti.
Prendiamo l'ambito Cloud ad esempio. Il Cloud richiede certamente infrastrutture: server e connessioni, e ancora di più richiede cloud provider in grado di proporre le architetture più avanzate, software house che le trasformano in applicazioni e soluzioni, CIO che le richiedono e le discutono, CEO che le approvano e intorno a tutto ciò un quadro legale e una cultura della sicurezza.
Potremmo dire che il Cloud è come una lingua che ha bisogno di tante persone che la parlano, che la usano per scrivere, docenti che la insegnino, media che la utilizzino, biblioteche, film e opere teatrali. Ebbene la Svizzera ha tutto questo in misura eccezionale. Il Cloud è davvero la quinta lingua della Confederazione!
‘Parlando in Cloud’ si declinano al meglio gli aspetti caratteristici di una nazione. Svizzera è sinonimo di sicurezza e di investimenti non è vero? Ebbene in uno degli indicatori misurati dal rapporto di Huawei, definito 'Security software', la domanda e l'offerta di soluzioni legate ai vari aspetti della sicurezza ottiene un voto basso a livello mondiale: 2 su 10. La Svizzera ottiene 7: oltre tre volte la media! Negli investimenti in tecnologie cloud la media mondiale è 3, la Svizzera arriva a 9!
Questi punteggi sommano giustamente gli aspetti 'demand-side' così come quelli 'supply-side'. Ma andando a suddividere i due fronti è interessante notare che sotto il profilo 'domanda' la Svizzera ha 84 punti; sotto il profilo ‘offerta’ solo 69. Negli Stati Uniti ad esempio domanda e offerta di infrastrutture e soluzioni ICT sono quasi in equilibrio: 91 contro 81.
Questo è un dato interessantissimo per noi fornitori di soluzioni ICT: significa nelle organizzazioni svizzere è alta la consapevolezza dell'importanza delle soluzioni ICT, è come se la domanda spronasse l'offerta. E noi di Tinext MCS accettiamo ogni giorno la sfida.