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05 December 2024
Insights
Non c’è utente di personal computer, in casa o in ufficio, che non abbia avuto a che fare, il più delle volte in ritardo, con una soluzione di backup. Molto spesso quelle più semplici e spartane sono parte integrante dei sistemi operativi più diffusi. Sui mercati dell’informatica professionale, il segmento delle soluzioni software, hardware e appliance dedicate al backup è una voce importante, la tendenza a inserire le procedure di backup - un tempo effettuato in “batch”, su supporti fisici, alla fine della giornata di lavoro - nel normale flusso lavorativo quotidiano ha portato alla capacità di disporre di un backup quasi in tempo reale. Non a caso si parla di “snapshot”, di fotografie dei dati generati o elaborati in un dato momento. La capacità dei software che gestiscono queste copie si misura ormai in pochi minuti, se non secondi, di informazioni perse quando qualcosa va male.
Ma per diverse ragioni, prime tra tutti l’idea che una copia fisica generata “in casa” sia ancora più protetta e riservata, negli uffici continuano a dominare soluzioni abbastanza tradizionali, con software residenti che producono copie su hard disk esterni e nastri. Nei casi avanzati, o quando le informazioni sono davvero tante, il backup agisce sui server dedicati allo storage, architetture complesse da configurare e gestire. Comunque sia, il backup convenzionale, server-based, richiede investimenti in software e supporti, amministratori capaci di impostarlo e procedure da rispettare. Col risultato che a volte le copie non ci sono, o anche peggio, non siano ripristinabili. Sì, perché il backup non ha senso se non ci dà la possibilità di fare del recovery, di ripristinare i dati archiviati, in modo affidabile e soprattutto veloce. La perdita di informazione può causare perdite economiche milionarie alle grandi organizzazioni, ma paradossalmente i rischi sono forse maggiori per le piccole e medie aziende.
La cultura però è cambiata e un numero sempre più elevato di realtà aziendali, pubblici servizi, scuole, istituzioni sanitarie ricorre ai provider di soluzioni Cloud per le loro esigenze di backup e “Disaster Recovery as a Service” (DRaaS). Il cloud ha smesso di essere percepito come un territorio pericoloso e nemico della privacy.
Oggi il mercato globale del DRaaS, secondo un report pubblicato da Technavio, prevede un tasso annuale di crescita del 36% nel periodo dal 2018 al 2022, partendo da una base di circa 10 miliardi di dollari. Nel 60% dei casi, queste soluzioni di backup e recovery cloud based sfruttano i servizi messi a disposizione dal mondo del public cloud.
Perché questo repentino, convincente successo? Perché il backup su cloud offre al tempo stesso una maggiore sicurezza e una grande facilità e flessibilità di gestione, specie a fronte della grande varietà di dispositivi, fissi e mobili, utilizzati per generare e consultare informazioni. Robustezza, gestibilità sono poi accompagnate da costi chiari e commisurati alle effettive necessità di archiviazione: quasi sempre l’investimento è basato su formule in abbonamento per singolo utente e per volume (tipicamente per terabyte o frazione), messo a disposizione.
Investire in una soluzione di data recovery as a service significa liberarsi di imprevedibili costi anticipati di nuove infrastrutture; poter contare su un backup affidabile e commisurato alle reali esigenze dei propri utenti interni, indipendentemente dalle dimensioni della propria infrastruttura; avere la certezza di un completo e in molti casi quasi-immediato recupero delle informazioni; delegare al nostro personale specializzato ogni problema di impostazione, configurazione e aggiornamento. Alla base dell’offerta DRaaS di Tinext MCS troviamo le soluzioni di protezione e data recovery di Veeam, un pioniere riconosciuto tra i maggiori specialisti di backup su server virtuali.
Per chi fa software poi il vantaggio passa al cliente: gli stessi vantaggi possono essere facilmente estesi ai propri clienti esterni, quando per esempio la soluzione DRaaS viene abbinata all’offerta di un software gestionale o di altre applicazioni erogate as a service.